L’Altare Prenuragico di Monte d’Accoddi: Un Mistero dell’Antica Sardegna

L’Altare prenuragico di Monte d’Accoddi, situato nel nord della Sardegna, vicino a Sassari, è uno dei siti archeologici più enigmatici e affascinanti dell’isola. Spesso paragonato alle ziqqurat mesopotamiche per la sua struttura monumentale, Monte d’Accoddi rappresenta una testimonianza unica della preistoria sarda, offrendo uno sguardo sulle pratiche rituali e religiose delle antiche comunità che abitavano l’isola.

La Scoperta e gli Scavi

Il sito di Monte d’Accoddi fu scoperto negli anni ’50 del XX secolo durante lavori agricoli. Le prime indagini archeologiche iniziarono nel 1954 sotto la direzione di Ercole Contu, portando alla luce una struttura monumentale che sfidava le conoscenze archeologiche dell’epoca. Ulteriori scavi e studi, condotti negli anni ’80 e ’90, hanno permesso di ricostruire la storia del sito e di comprendere meglio la sua funzione e il suo significato.

La Struttura dell’Altare

L’altare di Monte d’Accoddi è composto da una piattaforma trapezoidale che poggia su una struttura piramidale a gradoni, raggiungibile attraverso una lunga rampa. La costruzione originale risale al IV millennio a.C., durante il periodo neolitico, ed è stata oggetto di diverse fasi di ristrutturazione e ampliamento nel corso dei secoli.

La Prima Fase Costruttiva

La prima fase costruttiva, nota come “Fase del Tempio Rosso”, è caratterizzata dalla costruzione di una piattaforma sopraelevata rivestita di pietra calcarea rossa. Questa struttura, databile al 3500-3000 a.C., è considerata un tempio o un altare utilizzato per cerimonie rituali. Attorno alla piattaforma sono stati rinvenuti numerosi resti di animali, suggerendo che il sito fosse utilizzato per sacrifici.

La Seconda Fase Costruttiva

La seconda fase costruttiva, chiamata “Fase del Tempio a Gradoni”, risale al 2700-2400 a.C. Durante questa fase, la piattaforma originale fu coperta da una nuova struttura piramidale a gradoni, simile alle ziqqurat mesopotamiche. La rampa di accesso, lunga circa 40 metri, conduce alla sommità dell’altare, dove probabilmente si svolgevano cerimonie religiose e rituali.

Le Funzioni Rituali

Monte d’Accoddi è considerato un luogo di culto di primaria importanza per le antiche comunità sarde. Le funzioni rituali dell’altare non sono ancora del tutto chiare, ma gli archeologi ritengono che il sito fosse utilizzato per cerimonie religiose, sacrifici animali e, forse, rituali di fertilità. La presenza di numerosi resti di animali sacrificati, tra cui bovini, suini e ovini, supporta questa teoria.

Il Contesto Archeologico

L’altare di Monte d’Accoddi non era un sito isolato, ma faceva parte di un più ampio contesto archeologico comprendente villaggi, necropoli e altri luoghi di culto. I ritrovamenti di ceramiche, utensili in pietra e ossa lavorate suggeriscono che la zona fosse abitata da una comunità agricola ben organizzata, con una complessa struttura sociale e religiosa.

L’Importanza di Monte d’Accoddi

Monte d’Accoddi rappresenta un unicum nel panorama archeologico della Sardegna e del Mediterraneo occidentale. La sua struttura monumentale, che richiama le ziqqurat mesopotamiche, è unica in Europa e testimonia l’esistenza di contatti culturali e influenze tra le antiche civiltà del Mediterraneo.

Conservazione e Valorizzazione del Sito

Oggi, Monte d’Accoddi è un importante sito archeologico aperto al pubblico, gestito dalle autorità locali in collaborazione con istituzioni di ricerca. La conservazione del sito è una priorità, e sono stati avviati numerosi progetti per preservare le strutture e promuovere la conoscenza del sito attraverso attività educative e culturali.

Un Viaggio nel Tempo

Visitare Monte d’Accoddi significa fare un viaggio nel tempo, immergendosi in un passato remoto e misterioso. La maestosità dell’altare, la bellezza del paesaggio circostante e la suggestione delle rovine antiche offrono ai visitatori un’esperienza unica, permettendo di riscoprire le radici profonde della civiltà sarda e di riflettere sulle antiche pratiche religiose e rituali.

Monte d’Accoddi continua a esercitare un fascino irresistibile su archeologi, studiosi e appassionati di storia, rappresentando una delle testimonianze più straordinarie dell’antica Sardegna.

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